Le Americhe by Folco Quilici

Le Americhe by Folco Quilici

autore:Folco Quilici [Quilici, Folco]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-21T05:02:19+00:00


Inutile che un mio eventuale lettore iscritto o simpatizzante per il W.W.F., oppure i miei amici della LIPU si indignino nel leggere il resoconto della caccia che sto per narrare.

Possono risparmiarsi la fatica.

Quanto ho sin qui narrato e quanto sto per narrare - malgrado l’uso di un presente poetico, mi sia concessa la vanitŕ di questa dizione - risale ad alcune decine d’anni fa.

Da allora a oggi tutta la situazione ambientale nelle Cordigliere č mutata.

La caccia al condor come io la vidi non si pratica da almeno tre lustri.

Non sarebbe ammissibile - a mio avviso - nemmeno una indignazione retrodatata; a quel tempo il condor non era ancora un soggetto in via d’estinzione.

Di condor nelle Ande centrali era pieno il cielo; e si dava loro la caccia nella zona dei pascoli non per il gusto della strage ma in un certo senso per legittima difesa.

Allora, i condor uccidevano a decine agnelli e vitelli appena nati; e per questo erano i nemici per antonomasia dei “peones”; ovvero dei guardiani delle grandi mandrie che si muovevano libere nei pascoli d’altura, dove sorgenti d’acqua numerose e perenni ricoprono di un verde rigoglioso vasti altipiani.

In uno di essi - a Pampa-alta, appunto - ogni anno in primavera i “peones” si radunavano proprio allo scopo di organizzare la difesa delle loro mandrie.

Come ieri, e ancora oggi, i “peones” vivono dell’allevamento e gli unici loro amici sono i cani pastori e i cavalli.

La salvaguardia della mandria rappresenta lo scopo di ogni loro giornata, anzi di tutta la loro vita; anche se il bestiame spesso non č nemmeno in parte di loro proprietŕ ma č solo affidato alla loro custodia.

Come i “gauchos” nella pampa, cosě i “peones” e i loro cavalli si muovono nei ripidi sentieri della Cordigliera esercitando l’antico mestiere del “vaquero”.

Come i “gauchos” anche i “peones” furono protagonisti nella guerra e contribuirono a portare all’indipendenza, dal dominio coloniale spagnolo queste terre americane.

Essi fecero di queste zone del Nord un pilastro di difesa di tutta l’Argentina; e quando l’esercito del Re di Spagna - nei primi anni dell’Ottocento - cercň di rioccupare il Sud ribelle, i “peones” respinsero gli invasori, impedirono loro di dilagare verso le grandi pianure ove giŕ sventolava la bandiera argentina e uruguayana.

La loro vicenda continua a essere parallela a quella dei “gauchos” anche nelle conseguenze di quella lotta.

Per il “peone” delle Ande, cosě come per l’uomo della pampa, fu difficile - finita la guerra - riadattarsi alla vita civile.

Ma anche per loro non c’erano alternative; sicché, a parte pochi esaltati che si diedero al banditismo nei passi montani, la maggioranza tornň ai pascoli e al mestiere di mandriani.

La parentesi eroica era chiusa.

Il bestiame - negli altipiani verdi della Cordigliera - vive libero e numeroso.

I “peones”, pur essendo in tanti in ogni “estancia”, non sono in numero sufficiente per controllarlo in ogni momento.

Si limitano quindi a una sorveglianza saltuaria.

Solo una volta all’anno il bestiame viene radunato, al momento della marchiatura; in quell’occasione poggiano un lungo ferro rovente munito di marchio, la “yerra”, sulla pelle degli esemplari giovani (i nati dell’anno precedente) che vengono segnati per sempre.



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